Lettera aperta ai cittadini di Savignano sul Panaro di Alessandro Corsini, Assessore all’ambiente.
Caro Concittadino,
in qualità di attuale Assessore all’Ambiente del Comune di Savignano, vorrei parlarti di attività estrattive, ovvero di cave e frantoi di ghiaia presenti nel nostro territorio. Se avrai la pazienza di leggermi per qualche minuto, forse ti farai un’idea al riguardo, anche in vista delle prossime elezioni comunali.
Dieci anni fa, infatti, la Lista dei Cittadini, assieme ad una storica vittoria alle elezioni comunali, ha ricevuto in “sgradita” eredità all’uscente giunta PD, una serie di “accordi pubblico-privati” stipulati in previsione di un nuovo Piano della Attività Estrattive (PAE) che avrebbe portato ad un incremento delle escavazioni fino a 5,6 Milioni di metri cubi di ghiaia, con scavi concentrati nella frazione di Magazzino e spinti per la prima volta fino a ben 15 metri di profondità. Stiamo parlando di un volume di oltre il doppio di quello della grande piramide di Cheope (che ha un volume di circa 2,5 milioni di metri cubi) e di una superfice di cava di oltre 80 ettari, ovvero oltre 115 campi da calcio.
Tale previsione di Piano delle Attività Estrattive, fortemente contestata dal Comitato Tutela del Territorio di Savignano (nato spontaneamente in tal periodo, ed anche noto per lo slogan “no cave no catrame”), comportava serio rischio di intercettare le falde acquifere sotterranee, in un’area di ricarica e tutela che serve pozzi acquedottistici ed agricoli, oltre ad un irreversibile impatto su ampi poderi agricoli posti in fregio al fiume Panaro, che invece la Lista dei Cittadini ha inteso salvare.
Occorre oggi ricordare (perché magari qualcuno se ne sta dimenticando o è troppo giovane per esserne a conoscenza) che tale previsione di PAE nasceva da una stagione di vera e propria “vendita” del territorio attraverso l’utilizzo dei cosiddetti accordi pubblico-privato (ovvero, “io ti do ghiaia da scavare, tu mi dai in cambio opere pubbliche”). Alcune delle opere previste da tale piano erano potenzialmente utili (ma nella maggioranza dei casi sarebbero comunque state realizzate solo oltre la metà delle escavazioni), mentre altre opere erano invece decisamente poco utili alla collettività, come per esempio la cosiddetta “Citta del Cavallo” e le “Ippovie”, a cui la giunta PD diede priorità, facendone iniziare la realizzazione addirittura in anticipo rispetto l’approvazione formale del Piano delle Attività Estrattive.
L’amministrazione Caroli, nei suoi due mandati (2009-2014 e 2014-2019), ha affrontato la questione con serietà e coraggio sostenuta dalla Lista dei Cittadini, mantenendo l’obiettivo primario di salvaguardare il territorio dagli impatti irreversibili e ponendosi così in netta discontinuità rispetto all’approccio di “mercificazione del territorio” attuato dai predecessori, molto pericoloso nel principio e nella sostanza che si andava delineando.
Lo ha fatto in primo luogo nel 2011 e nel 2013, adottando prima ed approvando poi, coi soli volti favorevoli della Lista dei Cittadini, un Piano delle Attività Estrattive (PAE) nettamente alternativo a quello prospettato dalle precedenti giunte PD e recepito dalla Provincia nel suo piano provinciale. E lo ha fatto in seguito e fino ad oggi, difendendo con successo tali scelte rispetto ai vari ricorsi al TAR che i cosiddetti “cavatori” hanno mosso rispetto a tale piano.
Il PAE della Lista dei Cittadini prevede infatti una fortissima riduzione delle previsioni estrattive complessiva rispetto a quanto previsto in precedenza (da 5,6 Mln a 2,6 Mln di metri cubi, incluso 1 Mln di metri cubi di residuo delle pianificazioni precedenti). Ciò significa una riduzione di oltre il 70% dell’espansione dei volumi estrattivi rispetto il precedente “piano Fornari”, le cui previsioni erano nel frattempo state recepite dal PIAE provinciale. In altri termini, possiamo dire che in tal modo è stato salvato territorio agricolo per oltre 43 ettari, ovvero oltre 60 campi da calcio. Sono le aree indicate in verde nella mappa e che, grazie alla Lista dei Cittadini, rimarranno terreni agricoli invece di diventare buche incolte e potenzialmente degradate. Inoltre, al fine di salvaguardare le falde sotterranee, le profondità massime di scavo sono state limitate ad un range da 8 a 12 metri, rispetto i 15 metri previsti ovunque dalla precedente ipotesi di piano.
E’ stato anche introdotto il principio fondamentale secondo cui ogni metro cubo di ghiaia da scavare deve essere connesso alla chiusura “preventiva” di uno o più dei frantoi che deturpano il nostro territorio. Il principio introdotto, che vale per tutta la ghiaia in pianificazione e che può consentire di arrivare a chiudere e demolire tutti i frantoi presenti nel territorio comunale, è che prima si demoliscono uno o più frantoio, poi si da avvio all’attività di cava. Questo principio, che pare ovvio, non venne per esempio mai seguito dalla precedente giunta PD neppure nel precedente piano estrattivo. Esempio rappresentativo è il frantoio di Via Cassino, vicino al ponte Muratori per Vignola. Situazione in cui i cavatori scavarono e vendettero quasi mezzo milione di metri cubi di ghiaia, a fronte di un semplice impegno per una successiva demolizione del frantoio; demolizione che, è sotto gli occhi di tutti, non è poi mai stata completata.
La scelta di discontinuità impressa con l’approvazione di un PAE che ha ridotto molto significativamente le previsioni estrattive ed ha vincolato gli scavi alla demolizione preventiva di frantoi, ha comportato che dal 2013 ad oggi l’Amministrazione ha dovuto difendere le proprie scelte di salvaguardia del territorio rispetto ad una nutrita serie di ricorsi al TAR che i cosiddetti “cavatori” hanno intentato contro il Comune, intimando di dar corso all’attuazione degli accordi pubblico privati con cui si era barattato il territorio, oppure di avere indennizzi di milioni di euro per mancati guadagni.
Ebbene, tutte le sentenze di tali ricorsi hanno dato piena legittimazione alle scelte dell’Amministrazione Caroli, ribadendo il principio secondo il quale l’Amministrazione ha il diritto/dovere di salvaguardare il proprio territorio se ciò che è previsto da accordi precedenti non è da ritenersi, sulla base di analisi specifiche, sostenibile dal punto di vista ambientale.
Solo una tra le varie sentenze favorevoli al Comune, ha però portato anche una spiacevole sorpresa, ovvero l’obbligo di risarcire le spese di circa 400.000 euro fatte anticipare nel 2008 ai “cavatori” dalla giunta PD per dare avvio in fretta e furia ai lavori alla Città del Cavallo. Questo in virtù di una clausola specifica che l’allora amministrazione Fornari incluse nell’accordo, garantendo in tal modo i cavatori che anticipavano le spese che, in ogni caso, il comune ne avrebbe fatto fronte. Anche rispetto a questo, l’Amministrazione Caroli ha operato con serietà e responsabilità; in questi ultimi mesi si è arrivati infatti ad una ricomposizione di tale contenzioso, facendo in modo che i soldi a suo tempo “sperperati” per realizzare parte della città del cavallo non debbano essere risarciti dal Comune ai cavatori, che potranno attuare un primo stralcio di escavazioni nel Polo 11 (lontano dal fiume, dietro la ceramica Pastorelli) previa la preventiva chiusura ben due frantoi: il Frantoio MEG, posto tra doccia e Formica (dove verrà realizzato un parco pubblico) ed il Frantoio Nuovo a Magazzino. In entrami i casi, le demolizioni dovrebbero iniziare a brevissimo e, come detto, precederanno l’escavazione della ghiaia e saranno accompagnate da fidejussioni.
Grazie ai concreti risultati attenuti in questi anni sul tema della cave, l’amministrazione Caroli e la Lista dei Cittadini hanno tenuto fede in pieno ai principi di salvaguardia ambientale del nostro territorio e hanno “messo una pezza” ai potenziali danni che le scelte dei predecessori avrebbero comportato. Nei prossimi cinque anni ci sarà peraltro da ridiscutere il piano cave a livello provinciale (PIAE) e bisognerà difendere con forza e competenza le scelte effettuate nel PAE comunale. Quindi, caro concittadino, quando in queste settimane che ci separano dal voto ti parleranno di cave, tieni conto di quanto sopra e fai le tue valutazioni su chi abbia dimostrato la capacità, nei fatti, di avere a cuore e perseguire fattivamente la salvaguardia del territorio.