Pensiamo che quando ci si rivolge alla popolazione, soprattutto se in posizione di governo, la necessità di non “sparare numeri a vanvera” si imponga.
Nel post sui social della Lista Civica “ProgettiAmo Savignano” dal titolo NEL PAESE DELLA BUGIA LA VERITÀ È UNA MALATTIA – Ancora sul Dea Minerva… leggiamo:
“ …… nei sette anni di vita del progetto (2012-2019) il risultato economico accertato è stato una spesa di 255.235,15 euro a fronte di un’entrata di 89.082,00 euro. Questo significa che l’amministrazione Caroli avrebbe potuto dare 89.082,00 euro alle scuole e destinare ben 166.153,15 euro alla collettività ……..”.
Non intendiamo qui ritornare sulla nostra critica alla grossolanità con cui ProgettiAmo ha sommato spese di investimento non ammortizzate e spese/entrate correnti ma ribadiamo il valore di un progetto che si è proposto di raggiungere alti livelli di raccolta differenziata di oltre 380 tonnellate di materiali (dati 2018) direttamente portati a riciclo.
Detto questo, evidentemente l’estensore del post, fattosi “prendere la mano” dalla foga della campagna elettorale, ha dimenticato cosa è riportato nell’allegato b) alla deliberazione di Consiglio Comunale n. 49 del 18/09/2019, di risposta dell’assessore Barani all’interrogazione del gruppo consiliare “ProgettiAmo Savignano”, che per comodità pubblichiamo:
Da quanto scritto nella deliberazione, ritenuto che il versato alla scuola non debba essere considerato una perdita, risulterebbe un valore negativo per il Comune pari a: 171.235,10 – 90.200,00 = 81.035,10 euro (in 7 anni) cioè 11.600 euro/anno che, qualora fosse, per un progetto di altissimo valore, sia ambientale che didattico/culturale, non sono certo tantissimi; anche in considerazione del fatto che le compattatrici sono ancora di proprietà del Comune e hanno il loro valore.
Invitiamo ProgettiAmo ad una maggiore attenzione.
L’estensore richiama inoltre, criticandola, la scelta che intendeva fare l’amministrazione della “Lista dei Cittadini” di rinunciare alla raccolta dell’umido nella frazione di Doccia: è vero, intendevamo gestire quella frazione di rifiuto, fuori dal contratto con HERA, cercando di creare un’opportunità di lavoro, ciò anche grazie ad un impianto di compostaggio che poteva beneficiare di un contributo da parte di ATERSIR, che pubblichiamo:
Il nostro impegno sarebbe stato quello di assicurare ai cittadini un servizio, non inferiore a quello svolto dal monopolista, a costi inferiori, creando opportunità di lavoro per cittadini di Savignano.
PS Nello stesso bando era riconosciuto un finanziamento anche per una “Casa dell’acqua”, come mai l’amministrazione di Tagliavini non ha inteso avvalersene? Niente di meglio in alternativa al monopolista?
PPS Notare che Savignano era al primo posto.