Archivio Autore: Maurizio Tedeschi

Un’unione da ripensare

Alla Presidente e al Vicepresidente dell’Unione, Emilia Muratori e Federico Ropa, auguriamo buon lavoro.

Confermiamo, lo affermammo già nel pieno della discussione sullo studio in vista della fusione, che sia necessario una riorganizzazione e un rilancio dell’Unione. Rilancio e riorganizzazione che devono avvenire sulla base di una rigorosa analisi delle priorità e dei bisogni del nostro territorio nell’ottica dello sviluppo sostenibile, della crescita delle attività economiche e dei servizi di qualità. Con questo spirito alcuni di noi hanno partecipato all’iniziativa “La parola al cittadino-Verso il piano strategico Unione Terre di Castelli” del 24 novembre 2020 di cui però non conosciamo esiti e usi.

E’ tempo di riprendere in mano le Convenzioni per verificarne lo stato di attuazione e le necessarie correzioni o innovazioni; è tempo di verificare la situazione in merito alla riorganizzazione del servizio di polizia municipale che ormai si avvia al suo quarto anno di attivazione, sono solo due dei compiti che riteniamo utili per ridare vigore all’Unione. Non trascurando i servizi sociali e scolastici anche alla luce del nuovo Ddl concorrenza.

Smog, Modena è tra le peggiori

Il primo punto della COP 26 prescrive:
“Ad ogni Paese chiediamo di presentare obiettivi ambiziosi di riduzione delle emissioni entro il 2030 che siano allineati con il raggiungimento di un sistema a zero emissioni nette entro la metà del secolo.” E’ sicuramente il caso di accellerare con misure efficaci visto che le malattie respiratorie sono sempre in crescita… (e non solo quelle).
Certo le misure giuste non sono aprire nuove strade (bretella Campogalliano-Sassuolo e Cispadana)

P.S. Anche la centralina installata dal Comitato Tutela Territorio a Savignano rileva la pessima qualità dell’aria nell’ultima settimana.
Valori rilevati a Magazzeno da una centralina privata

Hera, aumenti luce e gas

Per ora siamo alle chiacchiere. Vedremo i fatti

In questi giorni abbiamo assistito a diversi interventi in merito alla crisi energetica e alle sue conseguenze, in primis il caro bollette con l’invito di Hera ad abbassare il riscaldamento. Intanto un dato è acquisito: Hera continua a fare eccellenti fatturati di cui a goderne sono gli azionisti e, per quanto ne sappiamo, i vertici aziendali. Dunque non risponde al vero che “ siamo tutti sulla stessa barca”, nonostante la pandemia e gli anni di crisi che perdurano da tempo, seppure con ricadute diverse, abbiano costretto tanti a fare sacrifici e aumentato la quota di povertà assoluta e relativa. Oltretutto non ci risulta che, negli anni precedenti, quando il mercato dell’energia non presentava le sofferenze e i costi attuali, si siano verificati ribassi nelle bollette degni di nota. Poi osserviamo che alcune delle critiche provengono da figure che rivestono incarichi istituzionali per cui attendiamo che dalle parole si passi ai fatti, anche perché i provvedimenti messi in campo dal governo sono oltremodo modesti, incapaci di affievolire l’impatto su famiglie e imprese come denunciato da più parti e, per sintetizzare, dalla CGIA di Mestre, abitualmente considerata fonte autorevole per tali questioni. Anche i “tavoli”, certamente utili, si sono spesso rivelati sterili e inconcludenti. Terza considerazione: i servizi a rete e i rapporti fra Comuni e multiutility. Come abbiamo avuto modo di richiamare, anche in occasione di un nostro post sul “No alla discarica” (“Vicinanza ai cittadini? Non ci pare proprio), le multiutility spesso rivendicano l’attenzione per il territorio e l’impegno responsabile verso i cittadini che lo abitano. Del resto anche l’articolo 41 della Costituzione, relativo alla libertà d’impresa richiama la sua utilità sociale.

Ecco il punto: se prima vengono gli azionisti, prima viene il profitto e non i cittadini Sarà pure una semplificazione, ma rende l’idea. E allora la domanda successiva è: i Comuni si considerano prima azionisti o prima tutori dei beni comuni ed espressione dei propri cittadini? Capita a volte che le due posizioni si possano conciliare più o meno bene, ma a volte no. (Per esempio non può passare sotto silenzio che nulla si è fatto, a dieci anni di distanza, per dare seguito al voto pressoché unanime sull’acqua “bene pubblico”, nemmeno da parte dei tanti che, almeno a parole, si schierano per “i beni comuni) Ci pare che ci troviamo in questa seconda situazione e che emergano tutte le contraddizioni di un’operazione che vede il Comune, laddove ne possieda ancora, azionista e il Comune espressione di una comunità di cittadini a cui garantire i servizi essenziali a prezzi sopportabili. Infine evidenziamo che si arriva assai tardi ad affrontare problemi che pure sono strutturali e cogenti, ossia la crisi energetica. Assai poco si è fatto per quanto riguarda la produzione di energia da fonti rinnovabili, nonostante il voto del 1986 e di nuovo nel 2011 per il NO al nucleare avesse dovuto spingere decisamente in quella direzione specie in un Paese del sud Europa.

P.S. Caso vuole che proprio in questi giorni, 6 anni fa, il Giornalino del Comune riportasse la notizia che il Progetto Dea Minerva, accanto ad altri riconoscimenti, risultasse tra i vincitori del premio per la responsabilità sociale in Emilia Romagna, istituito dalla Regione e destinato ad Enti e Aziende che promuovono l’innovazione e la ricerca privilegiando l’impatto sociale e ambientale delle loro azioni. Progetto che ora, nel pieno di questa crisi, mostra ancora di più tutta intera la lungimiranza dell’Amministrazione Caroli, anche perché andava oltre la logica del puro profitto, inseguendo quella del VALORE a 360°.

Discarica, oneri e onori

Oneri, onori (e un ripassino) Il Consigliere regionale Luca Sabattini rivendica il merito per lo stop al progetto “Unieco holding”al PD. Ci sta. Essendo partito di maggioranza in Regione e in tantissimi Comuni, a lui oneri e onori. Ricordiamo però che ci sono voluti trent’anni per capire che quello è un luogo del tutto inadeguato per discariche qualsivoglia.
E ricordiamo pure che quando nella primavera del 2019 noi, insieme alle Liste “Civicamente Samoggia” e “Cittadini in Valsamoggia”, denunciammo il pericolo che in quell’area sorgesse una discarica, esponenti del suo partito ci accusarono di strumentalizzazione elettoralistica e, addirittura, di creare disinformazione e paura sul nulla.
Un nulla di cui ora si rivendica il merito!

Discarica, c’è la pietra tombale

Una bellissima notizia che premia anche la mobilitazione e il lavoro di tantissimi cittadini, associazioni e comitati. Un grande apprezzamento per l’impegno e la determinazione dell’Amministrazione comunale. La Giunta Regionale si è espressa e sembra che si possa chiudere definitivamente una storia che dura da 30 anni.
Non si può escludere un ricorso di Unirecuperi, ma sicuramente è stato raggiunto un grande obiettivo.

Un’altra vittoria al TAR

Il buon lavoro dell’Amministrazione Caroli prosegue nel tempo.

L’impronta ambientalista della precedente Amministrazione ha avuto nella revisione del Piano delle Attività Estrattive (P.A.E.) uno delle attività più complesse e difficili.
Non vogliamo ripercorre adesso il percorso dei 10 anni; navigando su questo sito si possono trovare tutte le informazioni sul PAE.
Alcune decisioni prese hanno portato l’Amministrazione Caroli a doversi difendere al TAR.
Finora le decisioni del TAR sono state favorevoli, e oggi una nuova vittoria che conferma il buon lavoro dell’Amministrazione Caroli.

#buonaamministrazione

Sospensione Dea Minerva

Della decisione dell’Amministrazione Comunale di sospendere il progetto “Dea Minerva”.

La decisione dell’Amministrazione comunale di Savignano sul Panaro di sospendere il conferimento ai compattatori della plastica come previsto dal progetto “Dea Minerva” , attivo da ormai otto anni, ha destato diverse critiche e molte perplessità, in ragione del riscontro ottenuto presso tanti cittadini e dei risultati ottenuti.
Non sono mancate, ovviamente, anche posizioni diverse, alcune delle quali hanno sottolineato la scarsa trasparenza manifestata dall’Amministrazione precedente.
Poiché già ai primi di luglio (parliamo ormai di DUE MESI fa, non di una settimana) in un’intervista l’Assessore competente accennò alla scarsa trasparenza assicurandoci aggiornamenti, ci pare che la questione stia assumendo aspetti, di metodo e di merito, davvero spiacevoli.
Specie se si considera che dopo quell’articolo e altri interventi dello stesso tenore, come se niente fosse, si auspica un dialogo. Della serie: prima apro le ostilità, poi dico che vorrei il confronto, perseverando pari pari nell’atteggiamento assunto in campagna elettorale.
Vediamo allora di ricapitolare.
Il progetto Dea Minerva nasce, nella prima legislatura della giunta guidata da Germano Caroli, all’interno di una riflessione al cui centro ci sono:
a) l’economia circolare; quindi la volontà di sottrarre plastica agli inceneritori. E’ una questione di scelta basilare, legata al tema della salute dei cittadini e del territorio;
b) la volontà di offrire opportunità di lavoro a chi è colpito dalla crisi o versa in condizioni di difficoltà;
c) la presenza di un regime di monopolio nella gestione dei rifiuti;
d) il tentativo di coinvolgere nell’operazione aziende locali attive e innovative nel settore.
Tornando al merito della polemica, è risultato manifesto che il problema resta quello che già abbiamo segnalato: la sostenibilità economica e la volontà politica. Superate d’un balzo e a tre mesi dalle elezioni le tanto decantate 4R. Meglio affidarsi alle pillole ambientali e alla buona volontà.
Si è infatti arrivati a sostenere che un progetto che ha una chiara valenza ecologista, che deve utilizzare persone preparate e che dopo alcuni anni di sperimentazione ha evidenziato la necessità di doversi affidare ad un’organizzazione assolutamente non casuale e metodica, avrebbe senso solo se affidata al volontariato.
Noi siamo di un’altra idea. Almeno per due ragioni.
La prima è che siamo convinti che i servizi di rete dovrebbero essere a tutti gli effetti pubblici, orientati sul cittadino e non sul profitto atto a richiamare azionisti che investono per un proprio tornaconto personale, legittimo, ma poco accettabile stante la fonte del provento e la ricaduta di certo non positiva sull’utente.
La seconda, altrettanto cogente, è che siamo contrari che il lavoro volontario diventi sostitutivo del lavoro retribuito. Tant’è che, dopo alcuni anni di sperimentazione, avevamo avanzato la richiesta che si provvedesse a superare tale anomalia. Anche di ciò siamo grati a Germano Caroli e ai suoi collaboratori che attraverso la Cooperativa di Comunità si sono mossi in tale direzione.

Nota a margine: se qualcuno pensava che avremmo con ciò risolto i problemi di sofferenza finanziaria delle Scuole è decisamente fuori strada. Non l’abbiamo mai sostenuto; sono almeno trent’anni che i genitori devono sostenere spese per fotocopie, carta igienica e molto altro; non ricordiamo ordini del giorno dell’opposizione su questa grave deficienza, neppure ne ricordiamo sulla chiusura dell’esperienza del tempo prolungato alle Scuole Medie .
Da liberi cittadini, capaci di piccole, ma reali, azioni di cambiamento, vogliamo passare da un’economia estrattiva a un’economia generativa. Su questa teniamo il punto.
Altri, sedicenti liberi cittadini, sembrano molto condizionati da logiche che con la “rivoluzione verde” hanno poco a che fare.